Questo piatto della tradizione Maya, conosciuto anche come Papatzul o Papasul, deriva da una combinazione delle parole nella lingua locale “papak” (spalmare) e “zul” (immergere o inzuppare). È noto che veniva preparato già in epoca preispanica ed era servito con uova di quaglia. Andrebbe gustato tiepido, quasi a temperatura ambiente. Esistono anche le papadzules nere fatte con i fagioli al posto dei semi di zucca, ma sono meno comuni.
Ingredienti per 4 porzioni
- Pomodori 400 g
- Cipolla 50 g
- Aglio fresco 5 g
- Peperoncino Habanero o peperoncino rosso 20 g
- Sale q.b.
- Acqua 2,5 l
- Uova sode 480 g
- Epazote o coriandolo 50 g
- Semi di zucca 100 g
- Tortillas 320 g
- Lattuga iceberg 200 g
Preparazione
Fai arrostire i pomodori insieme alla cipolla e all’aglio. Frullali, versa la salsa ottenuta sopra al peperoncino Habanero intero e cuoci per 10 minuti, quindi aggiungi il sale.
Fai cuocere l’epazote in una casseruola con l’acqua per 5 minuti, lascialo raffreddare, frullalo e mettilo da parte.
Immergi le uova in un pentolino con l’acqua e falle bollire per 10 minuti, sgusciale e tagliale a cubetti insaporendole con il sale.
Frulla i semi di zucca con l’epazote frullato in precedenza, aggiungi il sale e scalda la salsa.
Farcisci le tortillas con le uova e arrotolale.
Taglia finemente la lattuga.
Servi le papadzules con le due salse e la lattuga.
Per non pesare troppo sull'ambiente, ti consigliamo di rimanere entro 1 kg CO2 equivalente ad ogni pasto, considerando tutte le portate consumate. Ricorda che è più probabile che i primi piatti abbiano un impatto ambientale minore rispetto ai secondi e che i contorni di verdura pesano in genere molto poco sull'ambiente.
Anche se alcune delle nostre proposte eccedono il valore consigliato di 1 kg CO2 equivalente per pasto, non significa che non vadano mai preparate, perché il bilancio complessivo è quello che conta: un'alimentazione sana e amica dell'ambiente, applicata regolarmente e nel lungo periodo compensa anche i piatti più impattanti, se consumati saltuariamente.