Oggi le uova di Pasqua sono tutte di cioccolato, ma fino a non molto tempo fa erano uova sode: il vero simbolo della Pasqua. In Pennsylvania, al rito delle uova sode per Pasqua partecipava tutta la famiglia, ma la tradizione comprendeva anche le barbabietole sottaceto. Non lontano dalla Pennsylvania, Oscar Tschirky, noto anche come Oscar del Waldorf, creò questa insalata iconica, che all’origine prevedeva solo tre ingredienti: mela, sedano e maionese.
A dimostrazione del continuo evolvere della cultura, questo piatto è l’esempio di come una specialità gastronomica possa trasformarsi sempre in qualcosa di nuovo.
Ingredienti per 4 porzioni
- Barbabietole 300 g
- Lattuga romana 40 g
- Uova 8
- Patate 200 g
- Uvetta 10 g
- Mele rosse 320 g
- Noci pecan 40 g
- Olio di semi di colza 20 g
- Bevanda di mandorle 10 g
- Aceto di vino bianco 80 g
- Zucchero di canna 50 g
- Sale q.b.
- Crostini 200 g
Preparazione
Con un frullatore a immersione prepara una maionese emulsionando la bevanda di mandorle insieme all’olio di colza.
Fai rassodare le uova, sgusciale e mettile da parte.
Lava e sbuccia le barbabietole.
Tagliale a spicchi.
Metti le uova sode e gli spicchi di barbabietola in un sacchetto da sottovuoto, aggiungi l’aceto di vino bianco e lo zucchero di canna e sigillalo perfettamente, lasciando marinare per 2 ore e mezza.
Lava, sbuccia e taglia le patate in cubetti di 2 cm.
Lessa le patate nell’acqua fino a quando saranno tenere, quindi raffreddale sotto l’acqua corrente fredda.
Lava la lattuga, tagliala a pezzettini e mettila da parte.
Fai rinvenire l’uvetta in acqua tiepida.
Trita grossolanamente le noci pecan e uniscile all’uvetta, alle patate lesse e alla maionese di latte di mandorle.
Taglia la mela a cubetti di 1,5 cm e incorporali nella maionese.
Apri il sacchetto per sottovuoto, taglia le uova in quarti e scola gli spicchi di barbabietola.
Disponi tutti gli ingredienti su un piatto di portata.
Per non pesare troppo sull'ambiente, ti consigliamo di rimanere entro 1 kg CO2 equivalente ad ogni pasto, considerando tutte le portate consumate. Ricorda che è più probabile che i primi piatti abbiano un impatto ambientale minore rispetto ai secondi e che i contorni di verdura pesano in genere molto poco sull'ambiente.
Anche se alcune delle nostre proposte eccedono il valore consigliato di 1 kg CO2 equivalente per pasto, non significa che non vadano mai preparate, perché il bilancio complessivo è quello che conta: un'alimentazione sana e amica dell'ambiente, applicata regolarmente e nel lungo periodo compensa anche i piatti più impattanti, se consumati saltuariamente.